«Allacciate le cinture, sarà una notte movimentata». La battuta è di Bette Davis in Eva contro Eva ma potrebbe essere facilmente adattata alla notte degli Oscar 2017, perché le previsioni dell’ultima ora indicano che quella di quest’anno sarà una cerimonia vivacizzata dalle frecciate politiche che la comunità di Hollywood indirizzerà al nuovo presidente Donald Trump. Con un pubblico di oltre 100 milioni di spettatori in tutto il mondo è molto plausibile infatti che più di un vincitore colga l’occasione per lanciare messaggi critici nei confronti del nuovo presidente degli Stati Uniti. Meryl Streep, Mahershala Ali, Viola Davis, Dev Patel, Jeff Bridges e molti altri hanno già avuto occasione, durante la stagione dei premi iniziata a gennaio, di dire la loro contro la nuova amministrazione. L’ultimo in ordine di tempo è stato Casey Affleck che ieri, dal palco degli Independent Spirit Awards, ricevendo la statuetta per il migliore attore protagonista (per Manchester by the Sea) ha attaccato: «Le politiche di questa amministrazione sono abominevoli e non dureranno, sono davvero anti-americane, è tempo di lottare per il futuro e l’anima della nostra nazione. So che suona come una noiosa predica, ma sto solo aggiungendo la mia voce al coro… sono orgoglioso di fare parte di questa comunità».
Altrettanto potente sarà un’assenza, quella del regista di uno dei candidati all’Oscar per il miglior film straniero: l’iraniano Asghar Farhadi, candidato per The Salesman, ha deciso di non essere presente in aperta protesta contro le misure restrittive in entrata negli States imposte a sette paesi, Iran compreso. Anche se il bando è stato sospeso, Farhad non ci sarà.