Quella di quest’anno è stata una notte degli Oscar in versione anti-Trump e, per ironia della sorte, il premio come miglior film straniero è andato al “Cliente” del regista iraniano Asghar Farhadi, rimasto in patria per protesta contro la legge sul muslim ban del neo eletto presidente americano.
«La mia assenza è un atto di rispetto verso i miei concittadini e quelli di altri sei paesi che hanno subito una mancanza di rispetto per una legge disumana» ha commentato Farhadi al suo secondo Oscar dopo “La Separazione” che in una lettera inviata ai membri dell’Academy ha aggiunto: «È un grande onore per me ricevere questo prezioso premio per la seconda volta, ringrazio i membri dell’Academy, la troupe, il produttore Amazon e gli altri candidati nella stessa categoria. Dividere il mondo fra noi e gli altri, i nemici, crea paure e crea una giustificazione ingannevole per l’aggressione e la guerra. E questo impedisce lo sviluppo della democrazia e dei diritti umani in paesi che a loro volta sono stati vittime di aggressioni. Il cinema può catturare le qualità umane e abbattere gli stereotipi e creare quell’empatia che oggi ci serve più che mai».
A dare manforte alla presa di posizione del regista, oltre all’immaginabile presa di posizione del ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, che si è congratulato con il regista Farhadi per l’Oscar come miglior film straniero, ma anche per la sua decisione di boicottare la cerimonia a Hollywood in segno “di rispetto” verso gli iraniani e i cittadini degli altri sei Paesi a maggioranza musulmana presi di mira nel decreto sull’immigrazione del presidente americano Donald Trump, è stato a sopresa anche il sindaco laburista di Londra Sadiq Khan, musulmano e figlio d’immigrati, che in contemporanea alla notte degli Oscar ha fatto installare un maxischermo dove è stato proiettato il film di Farhadi.
I londinesi hanno risposto in massa: presenti molte celebrity del cinema inglese, da Keira Knightley a Mike Leigh, in solidarietà con il regista iraniano,, mentre lo stesso Farhadi ha inviato un video messaggio di ringraziamento dicendosi onorato di tale manifestazione di sostegno.
Ispirato all’opera drammaturgica di Arthur Miller del 1949, “Morte di un commesso viaggiatore”, Farhadi ha convinto l’Academy con un film che racconta la storia di Emad e Rana, una giovane coppia di attori costretta a lasciare la propria casa al centro di Teheran a causa di urgenti lavori di ristrutturazione. Un amico, Babak, li aiuta a trovare una nuova sistemazione, senza raccontare nulla della precedente inquilina che sarà, invece, la causa di un “incidente” che sconvolgerà la loro vita.
Il “Cliente” di Farhadi, oltre all’Oscar come miglior film straniero si è aggiudicato anche il Prix du scénario e del Prix d’interprétation masculine al Festival di Cannes 2016.