E alla fine Divo Nerone fu. Nonostante le due ore di attesa (per qualcuno anche più), la disorganizzazione palese, una fila infinita al botteghino per il ritiro accrediti (la ‘prima’ era ad inviti) e, ancora prima, un inverno di polemiche e due anni di preparazione, eccolo Nerone, nudo, sul trono, «abbandonato dagli amici ma anche dai nemici». Il kolossal più atteso, il musical sull’imperatore romano più controverso è esploso in tutta la sua magnificenza, sul palco costruito in mezzo alle domus e alle mura romane, una sorta di ecomostro che si staglia sul colle Palatino, direttamente sul Colosseo. Attraverso degli immensi e luminosi maxischermi, si ripercorre la vita (o meglio la parte finale della vita) di Nerone.
Il divo, la rockstar di tutti gli imperatori romani, è stato accolto da opinioni controverse. C’è chi lo ha apprezzato e chi, al contrario, lo ha trovato un po’ troppo ‘finto’, confezionato a posta per un pubblico di turisti. Firmato da Franco Migliacci, con scenografie e costumi di tre premi Oscar come Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo e Gabriella Pescucci, la partecipazione di Luis Bacalov e la regia di Gino Landi, Divo Nerone sarà fino al 10 settembre nella Vigna Barberini in cima al Palatino, tutti giorni in inglese e il sabato in italiano.
E Roma ieri sera si è infuocata ancora, ma per le migliaia di persone in fila lungo la stretta via Sacra, tra controlli, qualche «un momento ci stiamo organizzando», cancelli chiusi all’improvviso quando già il sipario era in ritardo di oltre un’ora e animi molto innervositi. Alla fine serviranno oltre due ore per far entrare le 3 mila persone attese in platea, tutte a inviti, tra i quali anche Luca Barbareschi, Monica Guerritore, Roberto Zaccaria, Renato Balestra, Cesara Buonamici, Roberto D’Agostino, Francesco Rutelli, Gianni Letta, l’assessore di Roma Capitale Adriano Meloni.
Poi, ecco il Nerone con il volto di Giorgio Adamo, che per oltre due ore ballerà e canterà la sua storia con un 26 ballerini e acrobati e 12 cantanti-attori. Dietro le quinte, oltre 100 tecnici a manovrare la scenografia, sempre in movimento e con un uso d’effetto delle maxiproiezioni, ispirata alla Coenatio Rotunda, la sala da pranzo della Domus Aurea dell’imperatore, che ruotava seguendo i movimenti del sole.
In scena, i suoi ultimi 14 anni di vita, dal 53 d.C. quando l’ambiziosa Agrippina (Rosalia Misseri) lo strappa ai sogni d’artista, lo affida a Seneca (Giosué Tortorelli) e tra intrighi e omicidi lo porta sino al trono. Tutto proprio lì dove accadde realmente, al centro dell’antica Roma, con il Colosseo illuminato (quello vero) sempre accanto alla scena e negli occhi ancora il panorama dei Fori nel cammino necessario per arrivare fin qui.